Incontro con l'Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra
UNA GITA A ROMA DIVERSA DALLE ALTRE
Anna Donati
Roma non è semplicemente una città. Roma non è semplicemente la capitale d’Italia.
Roma è molto più di questo: è il posto del cuore di chiunque almeno una volta nella vita l'abbia visitata. Qui tradizione e innovazione si fondono alla perfezione, dando vita a un mondo fuori dal tempo a sé stante dal quale non vorresti mai andartene. A Roma c’è troppo da fare, da vedere e da scoprire. Per questo motivo, era il posto migliore per concludere, con uno speciale itinerario che parlasse di pace tanto quanto di guerra, il nostro PCTO Testimoni di Pace. Infatti, non si può sperare di costruire la pace se prima non ci si è soffermati abbastanza a riflettere sulla guerra, sulle sue cause e soprattutto sulle sue conseguenze. Ma a dir la verità, il nostro viaggio è iniziato molto prima…
Il 19 novembre nella sede via Gramsci del nostro liceo (il Liceo Mamiani di Pesaro, ndr) abbiamo avuto il piacere di ascoltare lo storico e scrittore Daniele Susini. La sua lezione verteva sulla storia socio-politica italiana ed europea del Novecento, con un particolare focus sulle stragi nazi-fasciste avvenute e sulla mentalità dei carnefici che le hanno commesse. Abbiamo sfogliato con uno sguardo tutto nuovo quelle pagine di storia che prima avevamo studiato ma forse senza immedesimarci abbastanza in coloro che l’hanno vissuta sulla propria pelle.
Il nostro percorso è poi proseguito qualche giorno dopo, in occasione dell’interessantissimo incontro del 21 novembre con il prof. Ernesto Preziosi, intitolato “Europa tra identità nazionali e progetto comune”, durante il quale abbiamo analizzato la storia dell’Unione Europea e di coloro che hanno contribuito alla sua formazione. Un insieme di eventi, avventi, conquiste talvolta intervallate da delusioni, ma anche da grandi traguardi il cui racconto ha contribuito a farci capire una volta per tutte che cosa significhi veramente essere cittadini europei.
Il viaggio conclusivo a Roma di noi ragazzi, una ventina di ragazzi provenienti dai quattro indirizzi del Liceo Terenzio Mamiani di Pesaro (accompagnati dalle professoresse Francesca Cecchini e Chiara Agostinelli), è stato sostenuto dall’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra.
Il 9 e il 10 dicembre 2024 sono stati dunque giorni intensissimi per noi, giorni ricchi di dialogo e nuove conoscenze a conclusione di un cammino che ci ha impegnato molto. A Roma abbiamo potuto toccare con mano la storia di cui il professor Susini e il professor Preziosi ci avevano parlato.
Abbiamo setacciato la città imparando qualcosa da ogni angolo visto e da ogni persona che abbiamo incontrato con l’obbiettivo di studiare la pace di cui ci eravamo proposti di essere veri e propri “testimoni” e di riflettere sul significato profondo di questo termine e su quanto abbia avuto e continui ad avere tuttora un’esistenza tormentata.
La nostra prima tappa è stata l’Europa Experience, centro dedicato a David Sassoli (ex Presidente del Parlamento europeo, nonché giornalista e politico italiano, ndr). Qui, tramite un gioco di ruoli in cui ad ognuno di noi era stata associata un’ideologia e un paese di appartenenza, abbiamo dovuto simulare la modalità attraverso cui si svolge la tipica giornata di un eurodeputato, anche se soltanto per qualche ora. Ci siamo destreggiati tra interviste, riunioni, raccolta di dati ed ascolto di testimonianze per confrontarci su questioni di rilievo come l’utilizzo dei microchip negli esseri umani e la gestione delle attuali risorse idriche potabili del nostro pianeta. Si tratta di tematiche fortemente discusse negli ultimi anni in tutta Europa.
Abbiamo concluso il nostro primo giorno al Ristorante Miraggio, in cui abbiamo avuto modo di confrontarci e di discutere sulle tematiche affrontate durante il pomeriggio circondati da deliziosi piatti di carbonara e cacio e pepe. La serata è poi proseguita con una passeggiata per la città, che ci ha permesso di vedere alcuni monumenti come la basilica di San Pietro del Vaticano e il Castel Sant’Angelo.
La mattina seguente siamo saliti su un bus che ci ha portati al Mausoleo delle Fosse Ardeatine, la cui visita è stata molto avvincente grazie alla sapiente guida del dott. Cesare Moscati, responsabile della Fondazione Museo della Shoah di Roma. Abbiamo dedicato numerose letture alle storie delle vite di alcune delle persone che vi sono sepolte, le quali conducevano le esistenze più disparate al momento della strage; ad esempio, tra i martiri delle fosse ardeatine si trova il capitano Vigneri, che si occupò dell’arresto di Mussolini. Si trattò di un eccidio privo di alcun avvertimento da parte dei tedeschi che determinò l’uccisione di 335 civili e militari italiani, prigionieri politici, ebrei o detenuti, e che avvenne a Roma il 24 marzo 1944 ad opera delle truppe di occupazione tedesche. È identificabile come tentativo di autotutela in seguito all’attentato partigiano (compiuto dai membri dei gruppi di Azione Patriottica Romani) di via Rasella del giorno precedente, in cui morirono una trentina di soldati della polizia tedesca.
Abbiamo poi passeggiato per il famoso Ghetto Vecchio, fermandoci a fare acquisti allo storico forno ebraico e perdendoci tra quelle vie e quei viottoli dall’atmosfera sospesa.
Non poteva poi mancare un salto alla Fondazione Shoah, per ripercorrere a fondo quella che è una pagina di storia impossibile da dimenticare, e di cui troppo spesso ci illudiamo di sapere già tutto, quando in verità vi è un intero universo di sottigliezze e particolari di cui non siamo a conoscenza. Il dottor Moscati, come un vero e proprio padrone di casa, ci ha guidati attraverso il museo, rispondendo prontamente ad ogni nostra domanda o curiosità.
Per finire in bellezza, siamo stati ospiti dell’ANVCG (Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra), dove abbiamo ascoltato la dott.ssa Sara Gorelli, coordinatrice dell’Osservatorio Conflitti internazionali, che ci ha raccontato nello specifico i fini e gli obiettivi dell’organizzazione di cui fa parte. Le domande che ci siamo posti sono state numerose, tuttavia ne potremmo individuare una di particolare rilevanza: qual è l’impatto multidimensionale della guerra? Abbiamo appreso che non si tratta solo del suo impatto economico-commerciale e architetturale o ambientale; vi sono tante altre conseguenze, le quali spaziano dal pericolo degli ordigni bellici inesplosi alle disabilità fisiche e psichiche che coinvolgono conseguentemente la popolazione. Quando una guerra finisce, non si tratta di ricostruire solo una civiltà, si tratta soprattutto di ricostruire le persone che la compongono (come ha più volte evidenziato la dottoressa durante il suo intervento).
In conclusione, posso affermare che questo progetto ci ha portati lontani, non solo con il corpo, bensì anche con il cuore e con la mente.
Il viaggio è stato un’esperienza informativa e formativa; da esso siamo usciti cambiati, poiché più maturi e coscienti della nostra storia passata e presente di cittadini europei.
Il viaggio è finito, ma le nuove consapevolezze che ha portato dentro di noi non smetteranno certo di germogliare.
Un ringraziamento speciale va alla A.N.V.C.G. e alle professoresse Agostinelli e Cecchini, che hanno reso possibile questo meraviglioso percorso.